Il 2 Agosto, grazie a Roman Wegmann, saremo al BASIS Vinschgau Venosta, un Social Activation Hub realizzato all’interno dell’ex caserma Druso di Silandro in Trentino Alto Adige, con lo spettacolo “Non io…” per la regia di Enzo Mirone.
Abbiamo chiesto a Ilaria Masiello e Enzo Mirone di parlarci del progetto “Non io”, di come è nata la collaborazione con Roman Wegmann e soprattutto la possibilità di portare la messa in scena in Sudtirolo.
“Non io – afferma Enzo Mirone – nasce da una proposta del musicista Massimiliano Sacchi che ha scritto il progetto e l’idea era quella di portare in scena “Non io”, partendo dai testi di Samuel Beckett nella traduzione di Gabriele Frasca. Il progetto è stato finanziato dal Ministero della Cultura e si è svolto a settembre 2023, con la messa in scena finale presso l’Auditorium “A. Tanga” di Benevento con la partecipazione di Francesca Castaldo, Francesca De Michele, Giusy De Rienzo, Salvatore Di Pasquale, Gina Donatiello, Giada Lepore, Ilaria Masiello, Francesca Mazzoni, Mariano Parente, Alda Parrella, Emanuele Petrignani, Francesco Ricupito, Maria Pia Rubino, Chiara Varricchio.
Un gruppo misto formato da attori, non professionisti e professionisti di diverse discipline.
Abbiamo lavorato principalmente sulla biografia di Beckett e su alcuni frammenti di opere, sia proposti da noi che dai partecipanti. La scelta dei testi è stato il risultato tra l’esperienza personale dei partecipanti e la proposta di Beckett, esplorando le risonanze tra le parole dell’autore e la sensibilità individuale.
Roman Wegmann lo abbiamo conosciuto in occasione di Quartieri di vita 2022 sul lavoro “Escludere esclusioni”, andato in scena ad Alma d’Arte. È nato subito un bellissimo rapporto, molto forte. Abbiamo fatto un lavoro di coinvolgimento delle persone e di valorizzazione delle sensibilità presenti. Forti di questa esperienza e coltivando sempre di più l’idea di portare il nostro lavoro nel suo territorio in Sudtirolo, si sono create le condizioni per poter portare lo spettacolo di “Non io”. Infatti il 2 agosto saremo presso il BASIS Vinschgau Venosta, in Trentino Alto Adige, proponendo sia un workshop che lo spettacolo. L’evento di teatro inclusivo è realizzato in collaborazione con Lebenshilfe Südtirol, il Teatro Verband Tirol e l’Associazione teatrale dell’Alto Adige”.
Quali strategie avete trovato particolarmente efficaci per promuovere l’inclusione e l’uguaglianza tra i partecipanti, e come hanno influenzato il risultato finale del progetto?
“L’idea originale – spiega Ilaria Masiello – era di coinvolgere sia persone con disabilità sia gli operatori che lavorano quotidianamente con loro, per creare momenti di condivisione di sensazioni ed emozioni. I partecipanti stessi ci hanno confermato che è stata un’esperienza bella e importante, perché hanno trovato significato nel tempo trascorso insieme, andando oltre l’assistenza e l’accudimento.
Successivamente, abbiamo aperto il laboratorio a tutti, e molte persone che avevano già lavorato con noi in passato sono tornate. Non abbiamo mai escluso nessuno, né per età né per formazione, e questo ci ha portato a formare un gruppo eterogeneo. Per la prima volta, abbiamo lavorato con una persona non vedente, il che ha arricchito il nostro approccio trovando modalità ed esercizi inclusivi. Il nostro obiettivo è non evidenziare mai le difficoltà o disabilità sul palco, ma mostrare la bellezza e l’unità di tutti, valorizzando l’insieme”.
“Il lavoro con un gruppo eterogeneo – aggiunge Enzo Mirone – è affascinante perché richiede la capacità di far sentire tutti in sintonia, trovando per ciascuno la chiave giusta per entrare nei loro mondi. Anche se è un compito complesso, risulta estremamente stimolante. A differenza di un gruppo di attori professionisti, qui non si incontrano resistenze, se non quelle materiali, che possono essere superate. Il nostro approccio è giocoso, creando un equilibrio tra ciò che proviene dall’autore e ciò che arriva dai partecipanti. Evitiamo di mettere in scena i drammi personali, preferendo costruire insieme un’esperienza rispettosa e basata sulla fiducia reciproca”.
Foto di Valentina Leone
Qual è stato l’approccio adottato per incoraggiare i partecipanti a esplorare e rielaborare i testi di Beckett, mantenendo al contempo la coesione del gruppo e l’integrità del materiale originale?
Risponde Enzo Mirone – “Il primo obiettivo è formare un gruppo affiatato, dove le persone si sentano a proprio agio e siano stimolate a superare i propri limiti. Lavoriamo su diverse scene, giocandoci e successivamente organizzandole, per capire come guidare l’attenzione del pubblico. Questo processo può essere disorientante per i partecipanti, poiché la forma finale dello spettacolo viene spesso decisa il giorno stesso, basandosi sulla fiducia reciproca e sull’accettazione del rischio. La fiducia è fondamentale nel processo creativo.
Tutte le scene e le scelte sceniche prendono spunto da elementi biografici di Beckett. È fondamentale lo studio approfondito dell’autore: io credo personalmente che solo conoscendo a fondo è possibile “tradire” le opere di un autore, rielaborandole senza sminuirle. Partiamo da input e stimoli per ricercare e rielaborare in base alle esperienze personali, trovando similitudini che rendano più vicini e comprensibili grandi autori come Beckett, premio Nobel.”
Sappiamo che Ilaria ha un sogno nel cassetto rispetto al teatro inclusivo. Ti piacerebbe condividerlo?
“Il mio sogno – risponde Ilaria Masiello – è creare un laboratorio teatrale permanente e integrato, che offra un’opportunità unica a ragazzi e ragazze con disabilità o problematiche, in un ambiente sicuro e accogliente dove possano crescere, imparare e sviluppare le proprie capacità. Dopo la scuola che succede? Non esistono tante opportunità. L’accesso a spazi di inclusione è fondamentale per il loro sviluppo sociale, cognitivo ed emotivo, e il teatro, in questo senso è uno strumento potente in questo processo.
Attraverso l’espressione artistica, i partecipanti possono esplorare le proprie emozioni, migliorare il benessere mentale e ridurre lo stress, mentre acquisiscono competenze utili per il lavoro e una vita più indipendente. Il successo del progetto del 2014, in collaborazione con il Centro “È più bello insieme” e la partecipazione al festival nazionale “Il Giullare – Il teatro contro ogni barriera“, dimostra l’impatto positivo di queste iniziative.
Un laboratorio teatrale permanente, aperto a tutti, permetterebbe di mantenere viva questa esperienza trasformativa, offrendo continuità e un futuro ai ragazzi coinvolti. Questo sogno, se realizzato, potrebbe contribuire non solo al benessere individuale dei partecipanti, ma anche alla costruzione di una società più inclusiva, dove le differenze sono celebrate e non ostacolate.
A volte, i sogni possono ispirare e guidare verso grandi cambiamenti!”
Ilaria Masiello è interprete LIS, operatrice socioculturale e fondatrice della Cooperativa Immaginaria, Enzo Mirone è regista, videomaker, performer e musicista. Da veri immaginari, da anni portano avanti progetti e soprattutto quei sogni che tanto ci piacciono! Ilaria Masiello è interprete LIS, operatrice socioculturale e fondatrice della Cooperativa Immaginaria, Enzo Mirone è regista, videomaker, performer e musicista. Da veri immaginari, da anni portano avanti progetti e sogni! Con la loro visione audace e il cuore aperto, Ilaria ed Enzo non solo sognano un mondo più inclusivo, ma lo stanno attivamente costruendo, un palcoscenico alla volta, dimostrando che l’arte può davvero abbattere ogni barriera e trasformare vite!