Il 25 settembre 2015, l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato all’unanimità la risoluzione “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, documento che, a partire dalla constatazione dell’insostenibilità per il Pianeta dell’attuale modello di crescita neo-liberista, delinea una visione integrata di sviluppo globale fondata sulle interazioni virtuose tra individui, società e ambiente. A differenza di altri impegni di carattere simile assunti in passato sul tema dalle Nazioni Unite, contraddistinti da un approccio dominato dagli interessi e dalle strategie dei Paesi più ricchi e sviluppati, a scapito di quelli più poveri e in via di sviluppo, e indeboliti dall’assenza di concreti meccanismi di controllo e di attuazione – è il caso, ad esempio, dei cosiddetti “Obiettivi del Millennio” – l’Agenda 2030 è il risultato di un lavoro partecipato, cui hanno contribuito personalità e voci autorevoli da tutto il mondo, espressione non solo della politica e dell’economia ma anche della comunità scientifica e della società civile internazionale; accanto ai suoi 17 obiettivi programmatici (a cui viene comunemente fatto riferimento con la sigla SDGs) di carattere generale, a loro volta suddivisi in molteplici sotto-obiettivi – per un totale di 169 “target” che gli Stati membri dell’ONU si impegnano a conseguire entro questo decennio – l’Agenda 2030 individua inoltre una concreta strategia d’azione, indicando le politiche da implementare e definendo i meccanismi di monitoraggio e valutazione che rilevino i progressi realmente ottenuti.
Sebbene sia formalmente entrata in vigore l’1 gennaio 2016, inizialmente l’Agenda 2030 non ha avuto, almeno in Europa, un grande impatto in termini di visibilità mediatica e soprattutto di informazione nei confronti dei cittadini; tuttavia, a partire dal 2019, con l’approvazione del nuovo Piano quinquennale l’Unione Europea ha incardinato la propria visione strategica sugli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, delineando su questa base una serie di strategie di ampio respiro – dal cosiddetto “Green Deal” per la sostenibilità ambientale alla Strategia digitale europea, fino al più recente Recovery Plan per il rilancio socio-economico post-Covid.
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Agenda 2030
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Approfondimento a cura di Antonio Chiaese