Roman Wegmann è regista, direttore artistico, trainer teatrale e, dal 2016, consulente del settore integrazione e inclusione presso il Theater Verband Tirol. Con lui ci siamo trovati, cercati e incontrati “nel fare” nel 2022 in occasione di Quartieri di vita 2022, e il prossimo 2 agosto saremo presso il BASIS Vinschgau Venosta, con un workshop più spettacolo di “Non io…”, per la regia di Enzo Mirone. L’evento di teatro inclusivo è realizzato in collaborazione con Lebenshilfe Südtirol, il Theater Verband Tirol e l’Associazione Teatrale dell’Alto Adige. Felici di questa bellissima collaborazione e opportunità che si è creata, abbiamo chiesto a Roman Wegmann di parlarci di questo incontro con la cooperativa Immaginaria e di questo desiderio di portare questa “visione” di lavoro in Sudtirolo..
“È stato un vero piacere incontrarci e collaborare”, scrive Roman Wegmann, ” nel 2022 in occasione di Quartieri di vita. L’incontro con la cooperativa Immaginaria è stato per me molto piacevole e significativo. Sin dal primo momento, ho percepito una forte affinità nelle nostre visioni e nel desiderio comune di usare il teatro come strumento per promuovere l’inclusione e la coesione sociale. Le persone con le quali potevo lavorare, anche se la cooperativa si chiama Immaginaria, erano vere, forti e reali. La cooperativa Immaginaria rappresenta un punto di riferimento nel campo artistico, anche in quello del teatro inclusivo. La loro dedizione e professionalità nel creare spazi dove tutti, indipendentemente dalle loro abilità o provenienze, possono esprimersi e crescere, è stata per me fonte di grande ispirazione. Collaborare con voi a Quartieri di vita è stata un’opportunità preziosa per esplorare nuove modalità di integrazione artistica e sociale, scambiando idee e metodologie.
Il desiderio di portare questa visione in Sudtirolo nasce dalla convinzione che il teatro possa essere un veicolo potente per il cambiamento sociale. Il Sudtirolo, con la sua ricca storia culturale e la sua diversità linguistica, offre un terreno fertile per progetti inclusivi che possano valorizzare le differenze e promuovere un senso di comunità. Immagino un futuro in cui il teatro possa diventare un punto d’incontro per persone di tutte le età e background, favorendo un dialogo interculturale e intergenerazionale.”
Qual è stata la tua esperienza personale nel mondo del teatro inclusivo e come credi che il teatro possa contribuire a promuovere l'inclusione?
“La mia esperienza nel teatro inclusivo è iniziata molti anni fa e ha segnato profondamente il mio percorso artistico e umano. Ho lavorato con gruppi diversi, tra cui persone con disabilità, migranti e giovani a rischio di esclusione sociale. Ogni progetto è stato una lezione di vita, arricchendo la mia comprensione della condizione umana e della potenza trasformativa del teatro. Credo fermamente che il teatro possa contribuire a promuovere l’inclusione in vari modi. Da un lato, il teatro offre uno spazio sicuro dove le persone possono esprimere se stesse e raccontare le proprie storie; dall’altro, partecipare a un’esperienza teatrale, sia come attore che come spettatore, può aumentare l’empatia e la comprensione reciproca. Il teatro crea un senso di comunità, facendo sentire le persone parte di qualcosa di più grande, e aiuta così a sviluppare competenze personali e sociali, aumentando l’autostima e la fiducia in sé stessi, dando voce a chi spesso non ne ha, creando uno spazio dove ogni individuo può essere visto e ascoltato. Grazie per questa opportunità di riflessione e condivisione. Spero di continuare a collaborare con la cooperativa Immaginaria e di poter contribuire a diffondere la nostra visione comune.”