Il teatro dei burattini è un teatro ricco di tradizioni, con origini antichissime. Sappiamo che nel tuo intenso percorso di attrice teatrale, burattinaia e Madonnara, hai frequentato la “Scuola delle guarattelle” con il maestro Bruno Leone. L’arte delle guarattelle deve la sua vitalità alla capacità dei burattini di coniugare memoria e attualità in un rapporto molto attento col pubblico. Raccontaci di te e di come nasce questa lunga storia d’amore per l’arte burattinaia…
Ho cominciato molto presto l’arte di strada, ho cominciato a fare la Madonnara quando frequentavo l’istituto d’arte, poi ho fatto musica di strada con un gruppo che si chiama Scetavajasse, ho seguito vari workshop, laboratori di teatro di strada e ho collaborato con diverse compagnie. Finché non ho aderito e partecipato ad un bando del Comune di Napoli sulla scuola delle Guarattelle, così conoscendo e studiando l’arte delle guarattelle, dei burattini della tradizione napoletana, ho capito che non sono assolutamente (solo) una cosa per bambini, scoprendo, da quel momento, qualcosa che avrebbe cambiato totalmente la mia vita.
Cosa succederà nel tuo laboratorio ad Alma d’Arte, previsto per il prossimo 22 maggio?
Nel laboratorio introdurrò Pulcinella con la storia di Luzzati “La tarantella di Pulcinella”. Attraverso una lettura animata comincerò a entrare in dialogo con i bambini senza intermediari. Successivamente i bambini, stimolati sia dalle guarattelle sia da burattini che non appartengo alla tradizione napoletana, progetteranno un burattino, disegnandolo. Una volta finito questo disegno si andrà a realizzare in maniera semplificata (sia per l’età dei bimbi, sia per una questione di tempo) un burattino, utilizzando una base di stoffa uguale per tutti per poi personalizzarlo con feltro o disegni, lasciando libera la creatività dei bambini.
Dopo il tuo laboratorio, avremo la possibilità di vedere il tuo spettacolo io:Pulcinella. Chi è il Pulcinella delle Guaratelle?
Pulcinella delle guarattelle, è molto diverso dal Pulcinella della commedia dell’arte o d’autore, risale almeno al 1500-1600 e in questo lasso di tempo le storie della tradizione si sono mantenute pressoché invariate. Essendo una tradizione orale, sicuramente si sono persi molti canovacci e molte storie sono state modificate, ma ciò che è arrivato fino a noi sono sostanzialmente gli stessi canovacci, proprio perché lavorano sugli archetipi e ci spiegano l’origine del personaggio. L’archetipo si contrappone allo stereotipo del Pulcinella folkloristico (Pulcinella truffaldino, sfaticato, che mangia solo pizza e maccheroni).
Invece nel Pulcinella delle guarattelle noi possiamo leggere il viaggio dell’eroe. Le storie delle guarattelle napoletane cominciano sempre con Pulcinella e Teresina, la sua fidanzata (non Colombina, come nella commedia dell’arte). Teresina rappresenta l’amore, è un burattino diverso perché è un burattino a bastone per essere più aggraziata e più carina rispetto ai burattini a guanto. Figura iconica dell’amore, ogni volta Teresina apre e chiude lo spettacolo. Pulcinella parte da questa situazione d’amore e dal fatto che si dovrebbero sposare, ma c’è sempre qualche impedimento, infatti tutti gli altri personaggi delle guarattelle sono tutti antagonisti di Pulcinella, che lo ostacolano. Si innescano diversi livelli di lettura, in base anche al pubblico e alle sue conoscenze.
Pulcinella delle guarattelle è l‘unione degli opposti, vedi i suoi colori: il bianco e il nero.
Selvaggia Filippini è tutt’oggi una delle poche Maestre Guarattellare che pratica questa antica arte, collaborando spesso con i suoi maestri: Bruno Leone e L’ass. “Teatro delle Guarattelle”, Salvatore Gatto, Maria Imperatrice e Roberto Vernetti.
Il 22 maggio, presso la Scuola Civica Alma d’Arte, terrà un laboratorio di burattini per bambini dai 3 agli 8 anni (tutte le info). A seguire ci sarà lo spettacolo di guarettelle io:Pulcinella, con ingresso libero e contributo a cappello.
Intervista a cura di Valentina Leone